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L’ansia generalmente viene definita una eccessiva preoccupazione ed apprensione rispetto ad un evento o una determinata situazione”.

Possiamo anche definire l’ansia come una disconnessione tra il CORPO e la MENTE. Infatti, mentre il CORPO è sempre presente in un determinato posto nel medesimo momento (QUI’ ed ORA), la MENTE può andare almeno in altri tre “luoghi”.

Può andare in avanti producendo dei pensieri relativi al futuro (Come andrà questa cosa? Sarò in grado di affrontare adeguatamente quella situazione?) La MENTE può, altresì, andare indietro e produrre pensieri relativi al passato (Come è potuto accadere questo? Perché in quella circostanza ho commesso quell’errore?). Infine, la MENTE può andare di lato e cioè produrre dei pensieri relativi a degli eventi che si stanno verificando in questo momento, ma non in questo luogo (Cosa fanno i miei figli a scuola? Cosa sta facendo mio marito al lavoro?).

Entro certi limiti, la capacità della mente di “spaziare” in avanti, indietro e di lato è assolutamente normale ed anzi è proprio grazie a questa capacità che l’uomo riesce a ideare, programmare e realizzare i suoi progetti.

Quando la disconnessione tra la mente ed il corpo è troppo frequente e persistente, il Corpo comincia a mandare segnali alla Mente nell’unico modo che conosce: attraverso sintomi fisici. Ed a pensarci bene, non potrebbe fare altrimenti.

Tachicardia, sudorazione, fame d’aria, tremori, rigidità muscolare, crampi allo stomaco con conseguente diarrea, sono solo le più frequenti manifestazioni fisiche dell’Ansia. Sono il segnale che il corpo manda alla mente per “ricordargli” di ri-connettersi con lui.

Il più delle volte, invece, la mente interpreta questi sintomi come qualcosa di grave e pericoloso e così trova spunto per “allontanarsi” ancor di più dal corpo fino a generare i più comuni Disturbi D’ansia della quali soffre il 20% della popolazione generale.

Quando, a causa dell’Ansia, la qualità della vita dovesse diventare insoddisfacente e poco gratificante, il ricorso al Medico di Base diventa molto consigliabile. Non sempre è necessario l’intervento dei farmaci per curare questo disturbo, sebbene vengano descritti moltissimi abusi (autogestiti dai pazienti) dell’utilizzo dei farmaci ANSIOLITICI di tipo benzodiazepinico.

Il Medico di Base, in genere, ha le competenze per poter cominciare a trattare farmacologicamente questo disturbo con l’ausilio degli ANTIDEPRESSIVI SSRI (inibitori selettivi del reuptake della Serotonina) ed eventualmente inviare dallo Specialista Psichiatra se, dopo un mese di trattamento, non si ha un netto miglioramento dei sintomi.

La psicoterapia in questi casi è il trattamento di elezione sia per riconoscere la presenza di eventuali “situazioni stressanti” che possono generare Ansia nel soggetto e, soprattutto, per insegnare alla persona come gestire l’inevitabile Ansia a cui ogni individuo (almeno del mondo occidentale) deve affrontare quotidianamente.

Tecniche di rilassamento e concentrazione possono risultare di grande aiuto e la prognosi di questo disturbo è ottima. Il 99,9% delle persone trattate adeguatamente guarisce entro pochi mesi.